Foro di Cesare


Il foro voluto da Giulio Cesare si trova proprio a ridosso del foro romano, delimitato dalla via che arriva alla piazza del foro e da alcune case che si affacciano sempre sulla zona del foro, ma che lascia invariate in quanto fungono da scale che servono a collegare la scala con il livello del foro; l’ingresso principale invece di trovava sul lato minore, dove poi si aggiungerà il foro di Nerva. 
Il foro è costituito da una grande corte centrale circondata su tre lati da porticati doppi, chiusi sul quarto lato da un tempio dedicato a Venere Genitrice (dietro il quale si trovava ancora la collina che collegava Campidoglio e Quirinale e quando viene abbattuta viene collocata vicino la basilica argentaria, ovvero una scuola dove venivano educati i figli della famiglie più importanti, in età traianea); un tempio che presenta gran parte delle caratteristiche trovate sul Campidoglio, si tratta infatti di un tempio sine postico (con degli accenni di alette, ma non sono molto pronunziate), tuttavia presenta una forma diversa rispetto alla forma canonica perché è presente una specie di absde nel lato posteriore della cella; che nella architettura templare romana indica una importanza maggiore rispetto a quelli che hanno una terminazione retta, perché significa è una sede imperiale, anche se in questo caso Cesare decide di non mettere la propria statua per non apparire come un tiranno (infatti questa associazione all’imperatore verrà molto più tardi), quindi mantiene la statua di Venere e colloca la propria all’esterno (la posizione delle due statue ha una intenzionalità ideologica precisa cioè le due statue sono tra loro correlate con l’intenzione di voler comunicare che la sua dinastia a origini divine, infatti Giulio Cesare si riteneva figlio di Enea, il quale era figlio di Venere). Questo impianto così particolare introduce uno schema nuovo nella Roma di allora (in quanto in genere l’architettura romana aveva cercato fino a quel momento delle architetture più ricercate attraverso l’uso dell’arco, reso possibile dall’utilizzo dell’opera cementizia), in questo edificio troviamo una struttura rigidamente simmetrica che attrae il visitatore verso il tempio secondo un modo di progettare più vicino ai modi compositivi ellenistico (Egitto, Siria, Asia minore, nati dalla disgregazione del regno di Alessandro Magno, dove si costruivano edifici simmetrici con l’obbiettivo di per indirizzare lo sguardo verso la casa del sovrano, un tipo di edificio chiamato sebasteion, che significa casa del signore). Certamente Cesare conosceva questo tipo di struttura essendo amante di Cleopatra ed era anche stato ad Alessandria (dove appunto si trovava uno di questi edifici), pensa che quel tipo di edificio sia adatto ad esprimere la sua ideologia politica ed il suo volere. 
Aggiungi didascalia
La costruzione è prevalentemente costituita da marmo giallo, un materiale molto prezioso in quel periodo; sono presenti colonne di ordine corinzio e riprendono decorazioni greco ellenistiche, il corinzio infatti si adatta di più alla mentalità romana sia per la sua ricchezza decorativa ma sopratutto non volevano incorrere in problemi dal punto di vista formale, infatti il capitello corinzio permetteva la visione da tutte le angolazioni, i romani erano piuttosto pratici e non avevano mai provato a risolvere problemi raffinati come quelli dei greci; il capitello corinzio era poi il capitello che era stato accolto con grandi favori da Silla (che aveva portato dal tempio di Zeus e dell’Olimpeion di Atene). 
Nel medioevo il foro di Cesare divennero meta di pascolo ma le costruzioni aggiunte non intaccarono quelle esistenti, solo nel 500 600 avvenne un momento di depredamento per la costruzione della basilica di San Pietro con Giulio II e i Barberini, i quali permisero il prelevamento di tutti i marmi che venivano utilizzati per la costruzione oppure cotti per ottenere la calce; solo dopo l’unità d’Italia si pose ordine a questa situazione.

Nessun commento:

Posta un commento