Il Santuario di Hercules Victor a Tibur (attuale Tivoli) 89-82 a.C.

Come impostazione assomiglia a quello di Gabii però è più articolato e sopratutto presenta soluzioni per le tecniche costruttive un po più ardite, si tratta di un santuario che sorge a Tivoli (un’insediamento antico favorito dalla posizione geografica e dalle caratteristiche del territorio). Il santuario era poco fuori la città, anche in questo caso questo il santuario si tratta di una ristrutturazione in forme monumentali di un centro di culto antico dedicato ad Ercole (una figura mitologica più che una divinità), il suo mito era legato alla forza fisica ma allo stesso tempo era collegato alla custodia del bestiame, sembra infatti che nel luogo in cui è stato realizzato il santuario ci fosse un luogo di culto dedicato ad Ercole perché li anticamente c’era un mercato (un nodo di scambio) di ovini o in generale di bestiame, un culto che anche in questo caso è diventato di tipo oracolare visto nella sua funzione di protettore del bestiame. 
Tra l’89 ed l’82 a.C. il santuario riceve forme monumentali ed anche in questo caso tutta l’architettura monumentale permette di assorbire ed includere in un nuovo e moderno centro di culto un luogo di culto più piccolo e modesto.
Anche questo santuario (come quello di Giunone a Gabii) si articola in una terrazza contornata da una porticus triplex articolata in due ordini (due piani di ordini), al centro c’è un tempio su podio ed in asse con il tempio c’è una gradinata semicircolare per ospitare i fedeli che assistevano a spettacoli teatrali; questi sono gli elementi base ma esistono diverse varianti perché le risultanze archeologiche sono minime (inoltre alcune parti sono state inglobate da strutture moderne). 
Cogliamo subito l’assimilazione di questa cultura greco ellenistica però la cosa che suscita interesse, anche qui è fatto abbondante uso del sistema spingente con volte a botte in opera cementizia, con lo scopo di formano delle sostruzioni (ci sono della parti che per reggersi hanno avuto bisogno delle cosiddette sostruzioni), il particolare è che in origine al posto del santuario c’era un collina in parte rocciosa, in questa zona si trovava una via commerciale (su cui si attestava il mercato di bestiame che abbiamo citato) e nel momento in cui viene costruito il santuario la via viene conservata, quindi viene ricoperta l’area individuata dal santuario ma la strada viene conservata, quindi al suo interno presenta una serie di sostruzioni che danno origine alla via tecta (nel senso di coperta); conservando il luogo di scambio ed il luogo di scambio. Sono notevoli anche le sostruzioni sui lati, che creavano un notevole strapiombo e sostiene la terrazza ed il porticato, dimostrando che le tecniche di costruzione laziali sono ormai mature.
Dal punto di vista del linguaggio architettonico il partito architettonico dell’arco inquadrato dall’ordine assume una connotazione ufficiale ed veste ben definita che verrà presa ed impiegata in edifici coevi e successivi.

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